La nostra presenza quotidiana sul web ha dato un impulso enorme alla produzione di dati. Pensiamo alle azioni più comuni svolte ogni giorno come un post su Instagram, un acquisto online o anche solo il pagamento in negozio con la carta di credito: tutte queste attività sono delle vere e proprie “impronte digitali” che rivelano chi siamo, i nostri interessi e consumi, le nostre abitudini. Queste tracce vengono raccolte per lo più da aziende private che le utilizzano per analizzarle ai fini di marketing. Da qui è cominciata una presa di coscienza e in più paesi sono stati presi provvedimenti per rendere gli utenti più partecipi e coscienti dei processi di condivisione dei dati. Ma non esiste solo il marketing.
L'analisi dei big data si è dimostrata estremamente importante in settori di pubblico interesse come la sanità, per esempio nella diagnosi tempestiva di malattie, così come nella gestione ottimizzata degli ospedali o nella previsione dei possibili effetti collaterali dei farmaci sui singoli pazienti. E ce ne sono molti altri!
Lavorare con i big data significa proprio questo. Se molti dati presi singolarmente non ci dicono molto, la loro messa in relazione è in grado di produrre informazioni che ci aiutano a fare predizioni molto utili.
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