Talk online del Registro.it su internazionalizzazione e mercati esteri
05.12.2025

Il 4 dicembre si è svolto il secondo appuntamento del ciclo di dirette LinkedIn del Registro.it, dedicato a tematiche digitali strategiche di interesse per le imprese. 

La puntata, intitolata “Valorizzare il Made in Italy nel mondo: la tua strategia online per l'internazionalizzazione”, ha visto il giornalista e content creator Massimo Fellini dialogare con Barbara Carini, Head of News Business di East Media ed esperta di mercati del Far East. Una conversazione ricca di esempi concreti che ha mostrato come la presenza online sia oggi il punto di partenza imprescindibile per chi vuole portare il Made in Italy oltre i confini nazionali

Carini ha ricordato che il sito web rimane il vero biglietto da visita internazionale: è da lì che gli algoritmi dell’intelligenza artificiale - da Gemini a ChatGPT - estraggono le informazioni che restituiscono agli utenti, ed è lì che un potenziale cliente si fa un'opinione immediata sulla serietà di un’azienda. Traduzioni automatiche, testi poco curati o contenuti incoerenti minano subito la fiducia, mentre una lingua ben localizzata diventa una leva competitiva che permette di comunicare senza trasformarsi in qualcosa di diverso: “Non dobbiamo parlare come un’azienda cinese, ma come un’azienda italiana che si rivolge ai cinesi”, ha sottolineato l’esperta. 

Un altro tema emerso, durante la diretta, riguarda l’impatto dell’AI sull’accesso alle informazioni: le regole non sono ancora del tutto definite, ma contenuti chiari, aggiornati e affidabili continuano ad avere un ruolo decisivo. Le imprese possono già oggi migliorare la loro visibilità semplicemente curando il proprio sito, perché è da lì che l’AI “legge” e seleziona le fonti più credibili. 

Il dialogo si è quindi concentrato sui mercati di Cina e Corea, due mercati complessi, ma ricchi di opportunità, ciascuno con le proprie logiche. Secondo Carini, la Corea consente un ingresso più graduale, puntando su landing page dedicate, un buon lavoro su Naver e campagne in “dark” su Instagram rivolte al solo pubblico locale. La Cina richiede, invece, passaggi più strutturati: hosting locale, landing page pensate ad hoc e un uso mirato di piattaforme come WeChat o Little Red Book, mentre canali come Weibo oggi sono meno efficaci, tranne in casi specifici legati a moda e celebrity marketing. 

Conoscere le differenze culturali e le modalità di approccio delle aziende asiatiche ai brand esteri è essenziale. Ritualità, attenzione alla forma, tempi di negoziazione più lunghi e una comunicazione indiretta sono elementi centrali da conoscere, prima di affrontare una trattativa: dalla consegna del biglietto da visita al modo in cui si gestiscono problemi e richieste, ogni dettaglio contribuisce alla percezione di serietà e rispetto. Il legame tra online e offline è altrettanto fondamentale, soprattutto in occasione di fiere e missioni commerciali: presentarsi a un evento senza una landing page in lingua locale significa perdere un’opportunità di relazione. Anche il customer care segue standard molto diversi dai nostri, con tempi di risposta estremamente rapidi per l’e-commerce di lusso o “premium” e la necessità di un’assistenza umana, non delegata a chatbot, mentre nel B2B è sempre buona norma rispondere subito, anche solo per confermare quando arriverà una risposta completa. 

Tra errori da evitare, best practice e differenze culturali, la puntata ha offerto una guida concreta per le imprese italiane che vogliono affacciarsi ai mercati esteri con credibilità, realismo e metodo, valorizzando ciò che rende unico il Made in Italy. L’internazionalizzazione non è più appannaggio di pochi: oggi è un passaggio strategico, che richiede investimenti sostenibili, competenze professionali e un’attenta costruzione della presenza digitale.

05.12.2025 |